Ottimo successo della presentazione della CARLO ABARTH FOUNDATION lo scorso Venerdì 12 Dicembre presso l’elegante struttura Auto Classic di Moncalieri (TO), gestita dal noto collezionista Luciano Bertolero.
Circondati da alcune delle più valide Abarth della storia produttiva del fondatore Carlo, sua moglie Anneliese e l’ex Amministratore Delegato Lorenzo Avidano, hanno ricordato alcuni aneddoti della storia di Abarth ad un folto pubblico di appassionati, collezionisti, impiegati storici della nota casa automobilistica.
La Sig.ra Anneliese ha fornito i dettagli legati alla sua fondazione destinata a rilanciare l’immagine del marito nel mondo, a coordinare gli eventi legati a questo prestigioso brand e a supportare con informazioni, prodotti e pubblicazioni tutti gli appassionati.
I prossimi appuntamenti già definiti o in corso di definizione :
13.02 – 15.02 Automotoretrò a Torino – Stand Abarth
12.03 – 14.03 RetroKlassik – Stoccarda – Stand Abarth
22.05 – 23.05 Savigny – Francia – Commemorazione dei 20 anni dalla morte di Carlo
19.06 – 21.06 Mendola Historic – Presenza con Elmar Morandell organizzatore.
3.09 – 6.09 Alpen Trophy – Seefeld (Tirolo) – la Fondazione Abarth sarà ospite d’onore
Due i punti di riferimento della fondazione: uno a Vienna, paese sempre molto vicino a Abarth e l’altro a Torino, presso la società Black, non lontano da Corso Marche.
In allegato alcune immagini e alcuni aneddoti resi pubblici durante l’evento.
Per ulteriori informazioni :
http://abarth-online.com/
http://www.blackit.it/
IL CARATTERE
Un giorno Abarth va dal mio direttore e dice: “Non voglio più Avidano alle riunioni”. Il motivo era che qualcuno, durante una riunione, aveva raccontato una barzelletta ed io, l’indomani, l’avevo raccontata sul tram. Lui era venuto a saperlo ed aveva detto: “Vi sono delle regole per cui dalla sala riunioni non deve uscire nulla”. Ecco chi era Abarth.
…andavo da Alemanno con il gesso giallo (i gessi con cui si segnalano i difetti di carrozzeria) ed Alemanno mi diceva:”Non dica al Sig. Abarth che questo filo non è giusto” e io ribattevo: “Guardi che non c’è niente da fare, poi la guarda lui e torna indietro”. E infatti, la carrozzeria tornava indietro più volte fino a che non era perfetta.
L’INIZIO
Tra i piloti di Cisitalia vi era Guido Scagliarini, figlio di un grosso proprietario terriero di Finale Emilia. Il padre di Scagliarini fece società con Abarth: la società si chiamò Abarth & Co. e quel “Co.” era Scagliarini. Insieme comprarono tutto il materiale del reparto corse della Cisitalia. Presero un grosso garage in centro a Torino e cominciarono l’attività.
I PRODOTTI
All’inizio Abarth produceva vari accessori quali un cambio al volante per la Fiat 1100, una frizione per la 1400, un collettore a due carburatori. Intanto Abarth, con le vetture da corsa ritirate dalla Cisitalia, continuava a partecipare alle competizioni. Abarth mi mandava in giro a cercare nuove idee per nuovi prodotti. Fu così che in una concessionaria Fiat scoprì che stava vendendo bene una marmitta fatta da Patria. Abarth non ci pensò due volte e cominciò a fare marmitte. Le fece belle, con la marmitta raggrinzita che Olivetti usava per le macchine da scrivere: creò un oggetto pregiato destinato a finire nella parte più sporca della macchina. Fu un successo, cominciarono ad arrivare tanti ordini ed a girare tanti soldi.
ABARTH E FIAT
Fiat si accorse dell’esistenza di Abarth dopo un record ottenuto a Monza. Valletta convocò Carlo nel suo ufficio e gli chiese: “E’ contento di come Fiat La tratta?”. Lui rispose: “Non sono per niente contento, perché quando devo comprare una macchina, devo comprarla alla borsa nera”, intendendo che doveva comprarla dal concessionario. Dieci giorni dopo Fiat firmò con Abarth un contratto che legò per sempre i due marchi: prevedeva che per ogni vittoria o record di una vettura Fiat-Abarth, la Abarth ricevesse dei compensi. Da quel momento Abarth cominciò a realizzare vetture da corsa per le categorie in cui poteva vincere e a correre ovunque nel mondo. La Abarth diventò una fabbrica di vittorie.
I RAPPORTI CON FIAT
Abarth andò dal Direttore Generale della Fiat e disse: “Vorrei realizzare una macchina gran turismo, la farei con carrozzeria Alemanno”. La risposta di Fiat fu entusiasta. Abarth cominciò pertanto a produrre la vettura. A distanza di un anno e mezzo, al Salone di Torino, Fiat presenta in anteprima la 2300 Fiat. Rimanemmo tutti di stucco. Fiat vendeva la vettura a 2 milioni contro i 4 della vettura Abarth. Carlo Abarth ritorno in Fiat: “Sono venuto a spiegarVi i nostri piani, mi avete dato l’autorizzazione e adesso uscite con una macchina così. Voi mi ammazzate”. La risposta di Fiat fu: “Non ci siamo ricordati”. Fu subito trovato un accordo, tutte le 2300 prodotte da Fiat venivano collaudate per circa 200 km da collaudatori di Abarth!
ABARTH E LA STAMPA
Abarth era un furbo. Quando organizzò la prima sessione di record a Monza con la Fiat-Abarth, chiamò i giornalisti più importanti al mondo a pilotare la vettura. Ognuno da un Paese diverso. Disse: ”Se guidano loro, invece di dare all’articolo soltanto una pagina, gliene daranno sei”.
ABARTH E I SUOI DIPENDENTI
…ai tempi Abarth mi faceva lavorare dalle 8 di mattina fino alle 10 di sera. Poi prendeva i suoi collaboratori più stretti, ci metteva tutti a rapporto per definire i problemi tecnici e ci dava le disposizioni per il giorno dopo.
…succedeva che qualcuno volesse assentarsi prima, allora Abarth diceva: “Tu chiudi il portone principale e togli la chiave”.
Se c’era una cosa che Abarth non sopportava, erano le persone che non sapevano assumersi le proprie responsabilità. Dire: “Ma veramente…è stato lui…” costituiva per lui un insulto inammissibile e lo faceva arrabbiare moltissimo.
ABARTH E LA VENDITA A FIAT
Nel 1970 la Fiat aveva creato il proprio reparto corse e, di conseguenza, decise di rescindere il contratto con Abarth. Abarth aveva capito che con le sue sole forze non sarebbe riuscito ad andare avanti, pertanto decise di vendere. La società aveva nel suo organico circa 500 dipendenti ed un forte legame con Fiat.