La scomparsa, ad inizio settembre, del popolare preparatore Leo Garavello, uno dei maestri italiani nella preparazione di vetture Minicar, porta gli appassionati dei motori a rivere i momenti salienti della sua carriera di preparatore. “Era uno dei più grandi preparatori italiani di motori 500 e 600”. Così lo ricordano gli appassionati della zona.
Piemontese purosangue la sua attività iniziò nel lontano 1960 assistendo in una importante gara regionale una Fiat 500, auto che divenne poi il suo modello prioritario. Il suo pilota, Bruno Umbertazzo, fu ben presto in grado di battere le apparentemente inarrivabili Steyr-Puch, le 500 austriache. Nel 1963 arrivò il primo titolo nazionale, in quel periodo iniziò anche a occuparsi delle Abarth 595, e i suoi mezzi si distinsero tra i più robusti e affidabili in un’epoca in cui gli schieramenti di queste vetture erano soggetti a una selezione micidiale tra prove e gara. Chiave del successo dei suoi motori l’alleggerimento dei componenti del motore con la riduzione degli stantuffi e la messa a punto di un personale sistema di iniezione.
Nel 1970 la gioia della doppietta con i titoli nazionali di Mazzeschi in 700 e Famoso in 600. Poi molti anni di affermazioni fino alla pensione nel 1992, anno in cui Garavello chiuse suo malgrado l’officina di Casale Monferrato, punto di riferimento fino a allora nel Nord Italia nella preparazione delle Abarth.
Il più entusiasta fan casalese fu Franco Calvo: Garavello partendo da una Fiat 600D (633 cc e HP 24) creò una “belva” che in quarta raggiungeva i 184 Km/h, con uno scatto da 0 a 100 di 9 secondi!
Per il materiale fornito si ringrazia la collaborazione di Fabrizio Raiteri e della famiglia di Leo Garavello.